giovedì 20 novembre 2008

La notte della repubblica 12 dicembre 1969 - 20 novembre 2008

Sergio Zavoli, "principe del giornalismo italiano", così lo definì Indro Montanelli, 85 anni, già presidente della RAI è il candidato bipartisan per la Commissione di viglianza televisiva, sempre che l'illustre "Carneade" ossia tal Villari del PD si dimetta ! Chissà ?

Il filmato, prodotto da Minoli per RAI3, è la riproposizione di un servizio esemplare di Sergio Zavoli che narra delle pagine buie della Repubblica, iniziando dall'attentato-strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969, l'inizio della strategia "della tensione" di marca fascista, prodromo alle successive Brigate Rosse.

Il servizio di Zavoli si intitolava "la notte della repubblica". Titolo migliore non si può trovare per l'attuale periodo e l'elezione di Villari è, a mio avviso, paragonabile ad un attentato, un attentato alla democrazia, che è sotto attacco, devo dire, da parecchi anni, con smottamenti continui, alcuni violenti (come il rapimento di ABU OMAR fatto dalla CIA e aiutato dal Governo Berlusconi, in totale dispregio della Costituzione), altri attraverso metodi subdoli  come la corruzione perpetrata in modo sistematico, come sostiene pubblicamente l'onorevole Di Pietro, e come si riscontra ogni giorno, anche in televisione e pubblicamente (caso del collaborazionista La Torre del PD durante una trasmissione della " La 7"   infavore di tal Bocchino del PDL).

Che la Repubblica debba o possa essere salvata da un ottantacinquenne eccellente è un segnale molto chiaro, a mio avviso, sulla qualità della classe poilitica di questo periodo. 

Se da un lato questo orientamento alla gerontocrazia mi da qualche speranza, essendo un sessantenne !, dall'altro è davvero scoraggiante vedere come la chiusura mentale, la bulimia del potere e la corruzione siano oramai padroni di fare e disfare senza alcun interesse per il Paese e senza alcun rispetto per i cittadini.

Che fare ? Resistere, resistere, resistere. Noi cittafdini non dobbiamo mollare. Anzi dire a voce alta che ci siamo e ci saremo.

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