giovedì 26 giugno 2008

1938-2008: lo spettro delle nuove leggi razziali in Italia

La notizia di oggi 26 giugno 2008 sembra il remake di un film horror.

"Sul rilevamento delle impronte digitali anche ai minori nomadi il Governo andrà fino in fondo, perchè «questa è la strada giusta per garantire i diritti ai minori», non si farà intimidire da «sterili polemiche politiche» e colpirà duramente chi utilizzerà i bambini per l’accattonaggio togliendo la patria podestà."

Il Governo, ministro Maroni, vuole prendere le impronte digitali a tutti i ROM, bimbi inclusi, in tutt'Italia, anche con l'uso della forza.

Il Garante per la protezione dei dati personali frena e mette in evidenza i rischio discriminazione: «L'Autorithy, anche con riferimento alle odierne notizie di stampa circa l’eventuale ricorso a forme di rilevazione anche biometriche (impronte digitali) estese pure ai minori, per finalità di identificazione o di censimento di comunità di nomadi, rilevando che tali modalità potrebbero coinvolgere delicati problemi di discriminazione che possono toccare anche la dignità delle persone e specialmente dei minori, ha deliberato di chiedere informazioni alle Autorità competenti e in particolare ai Prefetti di Roma, Milano e Napoli».

L’Unicef Italia esprime «stupore e grave preoccupazione» per la proposta del Ministro degli Interni. «Verrebbe da proporgli, per rispettare il diritto all’uguaglianza di tutti i bambini - afferma il presidente Vincenzo Spadafora - di schedare allo stesso modo tutti i bambini italiani Ci auguriamo che si tratti di una proposta provocatoria destinata a non avere seguito. I bambini rom non sono diversi dagli altri bambini (tra l’altro molti di loro sono cittadini italiani a tutti gli effetti), ma soprattutto i bambini non possono e non devono essere trattati come gli adulti. Sono mesi ormai - prosegue - che l’attenzione delle istituzioni, nonchè dell’opinione pubblica e dei mass media italiani si concentra sulle comunità rom presenti nel nostro territorio. Un’attenzione che, come Unicef Italia, chiediamo non si trasformi in principi di discriminazione verso popolazioni e soprattutto bambini in condizioni di evidente vulnerabilità. Auspichiamo che il Governo italiano affronti le tematiche relative alla sicurezza senza trascurare i diritti dei bambini, tra cui quelli di essere tutelati e non essere discriminati, come ricorda la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia».

NON mi stupisco di quanto sta accadendo. Solo pochi giorni fa è stato avanzata la proposta di bloccare, per decreto, i processi antecedenti il 2002, purchè la pena non sia superiore a 10 anni. Ossia quasi tutti i delitti più infami: stupri, pedofilia, lesioni gravi, tentai omicidi, e così via.

Chi ha commesso questi reati prima del 2002 godrebbe di un privilegio rispetto agli altri cittadini italiani: l'impunità, almeno per un anno. Nascerebbe una nuova categoria, piuttosto affollata di criminali, che è trattata in modo diverso e più favorevole. "La legge è uguale per tutti" traballa, anzi è travolta.

E', a mio avviso, una violazione della Costituzione così evidente che la sola spiegazione è che siamo in presenza di un vero e proprio "golpe" antidemocratico, di fronte al quale non si sta esprimendo nessuna significativa opposizione. Proprio come era successo durante la promulgazione delle leggi razziali.

Il blog era intitolato alla asimmetria dell'informazione. Qui siamo in presenza di una rottura di schema che annienta il concetto di asimmetria per sancire la voce unica.

E i cittadini che cosa fanno ? Noi che cosa facciamo ?

sabato 14 giugno 2008

LIVING LAB: una nuova frontiera di partecipazione ed innovazione




(fonte: Living Lab di Leiden, Olanda)

L'idea di "Living Lab" è stata sviluppata dal prof. William Mitchell (MIT Media Lab and School of Architecture) ed ha trovato in Europa un fertile campo di sperimentazione.

In che cosa consiste un Living Lab ? Attraverso metodi di ricerca sul campo che hanno al centro l'UTILIZZATORE si studiano e si sviluppano prototipi nel mondo reale (di servizi, ad esempio) e si valutano diverse soluzioni. I cittadini sono coinvolti in processi creativi: alcune frasi che lo esprimono bene sono: " democratizzare lo sviluppo" e "liberare la creatività".

L'Unione europea, sotto la guida della presidenza finlandese, ha promosso lo sviluppo di progetti in diverse città europee (Helsinki, Stockholm/Kista, Copenhagen, Barcelona and Amsterdam) ed ha favorito la creazione di un "network" di Living Lab per lo scambio delle esperienze.

I Living LAB possono essere considerati veri e propri percorsi di OPEN INNOVATION, con una forte caratterizzazione di partecipazione di cittadini e di imprese, specie le piccole-medie imprese, e della pubblica amministrazione.

venerdì 13 giugno 2008

Social Network: un nuovo mezzo per ridurre l'asimmetria

Sto facendo una interessante esperienza di "social network" in XING, dove ho avviato un Gruppo che scambia informazioni, esperienze, valutazioni sul tema della OPEN INNOVATION.
Ho già osservato diversi fenomeni che mi stanno facendo vedere le differenze culturali che ci sono anche nel mondo virtuale e sono significative.
La prima è che ci sono culture molto reattive, sempre in ascolto di ciò che succede in rete. Sapete quali sono stati i primi partecipanti a questo gruppo ? Indiani, americani, tedeschi. E quali sono stati quelli più lenti ad iscriversi e meno "ciarlieri": gli italiani.
Non sono affatto sorpreso.

Perchè i social network ci possono aiutare a "ribilanciare" le asimmetrie informative ? Perchè mettono subito in azione l'intelligenza collettiva, che apporta informazione utile, che seleziona notizie interessanti-senza censura, toglie il rumore, permette il confronto e l'eliminazione rapida della manipolazione. Ad esempio una partecipante tedesca ha fornito riferimenti e commenti su di una iniziativa europea di cui non avevo conoscenza: i "LIVING LABS", laboratori urbani di co-design di soluzioni innovative con la partecipazione di cittadini, piccole imprese, ricercatori, innovatori.

Frequentiamo ed attiviamo social networks, ci aiuteranno per aprire o ri-aprire la strada della democrazia partecipata.